L’Italia è uno dei Paesi europei con il maggior numero di abitazioni di proprietà, circa il 70% contro il 50% in Germania. In altre parole, solo tre italiani su dieci pagano un affitto, e di questi tre solo mezzo italiano (la statistica è una scienza particolare…) ha in locazione un immobile di Edilizia Residenziale Pubblica, una “casa popolare”. Il patrimonio ERP in Italia si è costituito a partire dai primi del ‘900, e buona parte delle costruzioni realizzate sino agli anni ’60 si trovano oggi in zone di pregio, ma per vari motivi risentono di una cronica mancanza di manutenzione. Il medesimo problema affligge anche le realizzazioni più recenti e periferiche, con l’aggravante delle occupazioni abusive o della semplice mancata consegna agli aventi diritto. Senza entrare nel merito di questi fenomeni, il patrimonio ERP rappresenta una occasione di recupero e rigenerazione di un patrimonio immobiliare, non solo tecnica ma anche sociale, valutando gli interventi anche al fine di rafforzare la coesione tra gli abitanti con spazi e gestioni comuni. Riqualificare gli edifici tramite l’efficientamento energetico riduce le spese per l’energia, e un miglioramento delle relazioni sociali può portare ad un senso di appartenenza al luogo e alla comunità, con il risultato di una maggiore attenzione alle piccole manutenzioni, che se non effettuate in tempo portano a maggiori danni, e conseguentemente a maggiori spese. L’esperienza di alcuni paesi esteri mostra che questa è la strada giusta, ed alcuni esperimenti sono già in corso nel nostro Paese.
Arch. Claudio Pauselli