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Verde verticale

Parchi e giardini sono il “polmone verde” delle nostre città, ma recentemente anche gli edifici stanno entrando a far parte del verde urbano. E’ il “verde verticale”, qualcosa di simile ai giardini pensili di Babilonia, che inizia a rivestire le realizzazioni più recenti. Il verde verticale può assolvere numerose funzioni. Prima di tutto opera una trasformazione a livello microclimatico, grazie alla evapotraspirazione delle foglie, che contribuisce a regolare il livello di umidità nell’aria. Poi costituisce anche una barriera acustica, contribuendo a smorzare l’inquinamento acustico urbano. Infine, assieme ai tetti verdi, potrebbe contribuire ad una sensibile diminuzione dell’effetto “isola di calore”, cioè delle temperature più alte che si registrano in città a causa del calore assorbito e poi rilasciato dagli asfalti delle strade e dalle coperture tradizionali. Il verde verticale deve essere accuratamente progettato, perché occorre trovare il miglior compromesso tra situazione climatica locale e le specie vegetali che meglio vi si adattano, e comunque deve essere irrigato e manutenuto. I benefici appaiono però maggiori dei costi: accanto a quelli citati, il monitoraggio di una recente realizzazione, sta mostrando come il verde verticale realizzato stia diventando una piccola oasi ecologica, all’interno della quale la biodiversità è molto maggiore che nelle vicinanze. Verde verticale e bioedilizia possono dunque diventare un’accoppiata vincente per il futuro delle nostre città.

Arch. Claudio Pauselli